Portfolio / Dichiarazione d’artista Sebastiano Cosimo Auteri
C’è un momento esatto nel quale l’arte viene a farci visita, si imprime con forza e diventa una lente per percepire la realtà.
In quel momento io ero solo un bambino che teneva tra le mani le foto di suo padre, che teneva nel cuore il sentimento di averlo vicino.
Fotografare per me è sentire quella connessione, è permettere a ciò che è lontano, separato, sconosciuto di incontrarsi.
Un incidente nel 1990, per il quale subii un delicato intervento, fece sì che la lente uscisse dalle tasche di quel bambino e viaggiasse per conoscere, avvicinare, accogliere ogni anima, cultura e paesaggio.
Iniziai ad andare in giro per il mondo attratto dai particolari più comuni che spesso, per abitudine, tralasciamo ma che in sordina formano tutta la nostra esistenza.
A mia volta con la mia macchina fotografica li ho restituiti e trasmessi con la mia visione profonda di ricerca spirituale, la quale mi ha permesso di riscuotere notevoli successi nazionali e internazionali, fino alla onorificenza AFIAP riconosciuta dall’UNESCO.
Questa mia multiversa interiorità, in sintonia con le mie emozioni e con i drammi umani, mi porta a scattare foto di una estesa sensibilità fenomenica tale da evocare il genere del reportage umanista, ed esprimermi come vedutista dell’anima attraverso la fotopittura.
Mi sento vicino e traggo ispirazione dai grandi maestri della fotografia Henri Cartier Bresson e Sebastiao Salgado, come loro votato alla ricerca dell’essere umano, nel suo contesto di vita quotidiana, che qualche volta stordisce e altre da speranza.
Un raccontare che cerca di sprigionare le emozioni in movimento di donne, bambini e uomini, che spesso trascende i limiti della fotografia per incontrare lo stile di un grande pittore fiammingo come Vermer.
Come in un rito ancestrale il mio occhio fisico dietro la lente si fa da parte, affinché l’espansione dello spazio dell’anima travolga il momento presente in un flusso creativo grazie al quale cambio, sposto e muovo i limiti della creatività.
Di questa esperienza resta lo scatto, con il quale riconsegno bellezza interiore e spontaneità dell’essere umano a coloro che cercano nel mondo quella meravigliosa connessione che attraverso la mia lente, vive.