Cos’è l’egocentrismo e come possiamo superarlo attraverso il dubbio

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Quale amico sei?

Quanti di noi hanno avuto un’amica o un amico che sembravano vivere dietro la porta di casa nostra (senza che tu lo sapessi), con il fazzoletto, una bottiglia di vino e il vostro dolce preferito in mano, pronti per consolarvi ed aiutarvi a stare meglio? E quante volte poi in maniera più o meno velata vi hanno fatto pesare il loro sostegno e fatto sentire in colpa per non essere “perfetti” come loro?

Allarme spoiler: se sei tu quell’amico con incenso oro e mirra ho brutte notizie, il tuo altruismo ha qualcosa di patologico e inquietante. Se invece sei l’amico dell’amico dell’altruista egocentrico, prova a vedere nei mondi di Tolkien se c’è posto per te, perché lei/lui/codesti hanno la stessa caparbietà del protagonista di Io vi troverò.

Che poi se ci avete fatto caso queste persone hanno una memoria strabiliante (ho il sospetto che abbiano un registratore in tasca) su ogni tuo movimento sopracciliare, ricordano dettagli di conversazioni avvenute dieci anni fa, ma anche delle vite precedenti. Riescono con la sola forza della loro poderosa lingua a citarti parola per parola. E tu sei lì come una cretina, a me risultare cretina capita di frequente, che non può difendersi e impreca contro la sua memoria che la tradisce. Che poi mischina lei cataloga solo ciò che conta per me, ciò che ha generato un’emozione, non perde spazio di backup immotivatamente.

Se non avete avuto esperienza dell’amico/dio, che sa più cose di voi di quante voi di voi (non è uno sciogli lingua) siete ancora in tempo per apprendere delle cose che vi possono aiutare con gli altri, siano essi parte della “egomaniac gang” o no.

Quante volte hai sentito la frase “non sei il centro del mondo”

Parrebbe essere che io abbia deciso di scrivere per il puro piacere di disconfermare le vostre credenze (è propio così).

Dunque ritornando alla frase sopra che con milioni di like compare sul vostro profilo social e che periodicamente dedicate alla vostra arcinemica o arci-ex, mi dispiace dirvi che in sostanza ognuno di noi è al centro del mondo, il proprio. Vi sembra una lieta notizia? Poveri illusi.

Non può esserlo perché significa che anche se riusciamo a pensare, capacità che i social oggi mettono fortemente in dubbio, in realtà non abbiamo -colpo di scena- consapevolezza del pensiero. E no, questo non è un articolo New Age, né di tecniche di meditazione (anche se dovrebbero essere prescritte dal medico di base, random per tutti).

“Io sono obiettivo” è solo una bugia

Lo so che non potete accettarlo, ma prima lo fate è meglio sarà: il modo in cui date significato alla realtà è puramente soggettivo e dentro di voi ‘inconsapevolmente’ vive il germe dell’arroganza (non lo fate di proposito, il più delle volte).

Difatti:

“Ciascuno di noi tende ad interpretare ogni cosa attraverso la lente del sé”

Non vi resta che iniziare a dubitare della vostra mente, potete provare a puntarvi delle sveglie sparse come promemoria, o arredare casa con dei post-it colorati con scritto:

  • forse la mia certezza assoluta sulla creazione dell’universo, oggi non è al top;
  • forse devo rivedere due o tre cosine che mi sono entrate in testa e che mi spingono a litigare sui social come un caimano sciolto alla “fiera dei piccoli mammiferi”;
  • forse nel mio modo di concepire una relazione devo tener conto anche di come l’altro la concepisce;
  • ripetere forse più volte al giorno davanti allo specchio.

Con questo mia/o/* giovane Padawan ti invito con la classe di un maestro Jedi ad esercitare la tua capacità di scegliere a cosa pensare, e tieni a mente che “la mente è un ottimo servitore, ma un pessimo padrone”, perché ci mostra il nostro film interiore senza pause, distogliendo l’attenzione su ciò che ci circonda.

L’espressione “non vedere a un palmo dal naso” è scienza pura, riuscire a dare attenzione agli altri sembra possa liberarci dalle catene dell’egocentrismo.

Ultimissima cosa, finiamola di prendere tutto sul personale, se ad esempio come dei creduloni qualunque avete preso appuntamento per parlare con la Signora Scaccabarozzi della Sidra (servizio idrico nell’ambito dell’area metropolitana di Catania) e invece vi trovate una fila di dodici persone, questo non accade perché il mondo ce l’ha con voi, è qualcosa di puramente casuale. Addirittura certi fatti che ci vedono protagonisti sono anch’essi il frutto collaterale di altri fatti, anche se ci piace pensare che tutto ciò che accade intorno a noi è lì per noi.

Nel caso specifico è una tradizione italiana, e si sa a noi italiani le tradizioni non ce le puoi toccare, quella di offrire disservizi ai cittadini.

L’amica inquietante

Non è la parodia dell’amica geniale, ma questo titolo è importante per passare ad un altra sfumatura dell’essere umano, l’altruismo tale o presunto. Iniziamo con le perplessità che ieri io e la mia mia amica Annetta, che geniale lo è per davvero, ci siamo scambiate.

Parlavamo delle madri dei figli che oggi a dieci anni prendono a pugni la propria compagnetta di classe perché, sempre secondo la mamma, suo figlio sta passando un brutto momento. Invece, com’è noto, i figli degli altri, vorrei contestare con garbo da ragazza di quartiere, vivono nella famiglia del bianco mulino (che se qualcuno avesse ancora dei dubbi, non esiste).

In sintesi l’amica che vive dietro la porta di casa vostra e vi stalkera sui social, la mamma “madre solo dei suoi figli” che ignora i figli degli altri, sono più simili di quanto credono. Entrambe giocano secondo le loro regole, che non prevedono l’altro, sminuendo i loro problemi o le loro conquiste.

Di contro se uno gli fa notare alcune cose all’amica o alla madre, che per nostra convenienza e per mio divertimento chiamerò Mariagrazia una e Gianfilippa l’altra, potremmo essere tacciati per egocentrici e via discorrendo.

Ora una volta per tutte chiariamo che una persona si comporta in modo altruistico quando va oltre la semplice collimazione dei propri bisogni con quelli altrui (che già sarebbe “Mitico” alla Homer Simpson) impegnandosi a favorire il bene di qualcun altro a prescindere dal proprio senza attendersi alcuna cosa in cambio, nulla proprio.

Inoltrate voi a Gianfilippa questa situazione qui? Io ormai non ci parlo da anni e devo dire che mi sento soddisfatta. Poi come quasi tutte le cose di cui siamo fatti anche l’altruismo richiede una dose di equilibrio, come si diceva io e Annetta “se ogni momento è per gli altri, tu sarai sempre allo stesso punto, al via.”

Popolo di altruisti ho un’ultima sfavillante notizia (veramente Annamaria ce l’ha):

“L’altruismo è connesso con un accresciuto livello di endorfine (in sostanza: chi ha un comportamento altruistico si sente meglio), con il sentirsi soddisfatti e grati per ciò che si ha, con il ridimensionare i propri problemi, con il vivere più a lungo.”

Mi raccomando però sentitevi utili non indispensabili o protagonisti della vita altrui. Anche perché qualunque sforzo facciate c’è un’unica costante ed è il cambiamento, niente dura neanche il bisogno degli altri di avervi nella loro vita.

IN SINTESI da un momento all’altro potrebbero cantarvi:

Con le mani

E con i piedi

Ciao ciao

E con la testa, con il petto, con il cuore

Ciao ciao

E con le gambe, con il culo, coi miei occhi

Ciao ao ao ao.

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